Con questo post vorrei fare un po di luce su alcuni falsi miti, o per meglio dire bugie, che alcuni inesperti pseudo-professionisti usano per vendere ottimizzazione sui motori di ricerca. L’argomento SEO è molto complesso e “di moda” ma non per questo deve essere alla mercè di incompetenze o negligenze di alcun tipo.
Di seguito quindi alcuni spunti SEO da sfatare.

Puntare all’ottimizzare della homepage

Questo tipo di presupposto è assolutamente falso. Molti novelli SEO fanno coincidere l’ottimizzazione del sito web con l’ottimizzazione della homepage in quanto si pensa essere la prima che venga visitata dal motore di ricerca. In realtà il motore si basa sulla sitemap inviata, sul robots.txt e sui links presenti in tutto il sito al fine di generare l’albero delle pagine. Non bisogna dimenticarsi che non è il sito ad essere ottimizzato ma le pagine che vengono raggiunge dallo spider del motore. Concentrare gli sforzi di ottimizzazione sulle homepage cercando di inserirvi tutti i concetti è una pratica da sconsigliare in quanto, agli occhi del motore, quella pagina parlerà “di tutto e di niente”. Può bastare un solo link nella homepage ma che sia collegato ad altre pagine che ne permettono la navigazione allo spider. Si consiglia ad ogni modo di creare singole pagine che si focalizzano su singoli argomenti, targettizzati e ben definiti, ci  pensarà il motore a trovarle, indicizzarle e catalogarle per le keywords principali.

Ottimizzare solo il contenuto

Già da qualche tempo la famosa frase di Google “Content is King” (il contenuto la fa da padrone) ha perso notevole significato negli ambienti SEO, o perlomeno ha perso credibilità lasciando spazio ad alcune perplessità sull’argomento. Se da un lato la buona scrittura rimane un elemento fondamentale per comunicare il messaggio del sito web, questo non è abbastanza per poterlo far arrivare al cliente finale in quanto non possiamo dimenticarci molti altri aspetti come per esempio il lato tecnico SEO, il lato creativo del design, il lato architetturale del layout, il lato espositivo delle immagini, il lato di condivisione dei social e non ultimo il lato del valore del prodotto. Se dovessi racchiudere in una sola definizione tutto questo userei “The Marketing is King” e non solo “Content is King”.
Agenzie famose basano il loro business solo sul contenuto per sopperire a mancanze grafiche, strutturali e di marketing di cui sono afflitte… a scapito del cliente e del visitatore. 

Pubblicizzare il sito con ADWords influsice sul posizionamento

Dovete sapere che la SERP è divisa in due componenti: la ricerca organica e la annunci a pagamento. La prima riguarda tutti quei risultati che si sono posizionati naturalmente all’interno della pagina e che si ottiene con un buon lavoro SEO (unito ad altre componenti) mentre la seconda è quella con lo sfondo giallino in cima alla lista oppure a destra. Seppur entrambe nella stessa pagina dei risultati e seppur apparentemente identiche le due soluzioni sono molto diverse e soprattutto non interagiscono tra di loro. Usare ADWords non influsice minimamente sul posizionamento futuro del sito web e non aumenta credibilità agli occhi di Google; questa bugia è semplicmente un modo per vendere un servizio a pagamento che in realtà non fa di più rispetto a quello per cui è stato pagato.

L’ottimizzazioni di immagini non aiuta il posizionamento

Negli ultimi anni (ricordo che era l’anno 2009) si è iniziato a parlare di ottimizzazione delle immagini al fine di incrementare il posizionamento di un sito web. Questa tecnica intressante è assolutamente da mettere in pratica non tanto per l’ottimizzazione su motori di ricerca costruiti appositamente per trovare immagini (Google Images per esempio) ma soprattutto per accrescere la credibilità di una pagina su un determinato argomento (o keywords); risulta quindi cruciale il nome del file dell’immagine, il tag title ed il testo subito sotto (solitamente la didascalia) sfruttando le keywords della pagina di riferimento. Da tener presente inoltre quanto il testo associato all’immagine deve descrivere ciò che è realmente visualizzato perchè Google è in grado di riconoscerlo (visto che non ritengo di parlare per sentito dire riporto il brevetto Google, qui e qui con approfondimento qui). Il contenuto di un sito non è solo testo ma lo sono anche immagini, consigliare di lasciar perdere l’ottimizzazione delle immagini non ha alcuna base tecnica. Io continuo ad ottimizzare le photogallery, fatelo anche voi.

Il nome del dominio con le keywords è fondamentale

Molti ritengono ancora che il nome di dominio contenente la keyword (o le keywords) sia fondamentale per il posizionamento. Sempre per lo stesso motivo dell’ottimizzazione della homepage di fatto è necessario parlare di ottimizzazione della pagina e non del dominio fine a se stesso. Con questo presupposto si capisce come avere delle keywords nel dominio non sia così fondamentale; serve lavorare invece sul nome del file delle singole pagine le quali devono essere “parlanti” e non di cortesia (per esempio è sbagliato usare il classico “contatti.html” oppure “chi-siamo.php”).

La keyword density è importantissima

Uno dei miti più usati dagli improvvisati SEO. Questo tipo di tecnica, cioè la percentuale di keywords usate rispetto alla quantità di testo della pagina, non risulta essere mai stata usata in alcun modo dai motori di ricerca in quanto il limite tra una ipotetica keyword density valida e il keyword stuffing non è mai stato identificato. Solitamente questa è un’arma usata dai copywriter reinventati anche in ottica SEO al fine vendere un servizio di scrittura dei testi unito a quello di ottimizzazione: lasciate perdere.

I CMS gratuti (es. WordPress) non sono ottimizzati

Alcuni sviluppatori incalliti, ma anche alcuni provetti SEO, sono spesso dell’idea che i gestori di contenuti dinamici per siti web (i famosi CMS) siano del tutto inutili, se non addirittura controproducenti, a livello SEO. Sinceramente non capisco perchè questa credenza si sia sviluppata ma è chiaro quanto sia una semplice scusa sul fatto di voler sviluppare da zero un sito o una piattaforma vendendola come tale. WordPress, ma anche BlogEngine o Joomla, sono prodotti costruiti anche e soprattutto da una vasta community di addetti ai lavori e di appassionati che non dimenticano il lato dell’ottimizzazione, oggi più che mai. Inoltre nel tempo sono stati creati appositi plugins che facilitano la SEO e che sono costantemente aggiornati con nuove proprietà e indicazioni di Google. Inoltre la qualità di scrittura del codice non è a carico del CMS stesso ma, al massimo, del tema installato. La scelta di un CMS non si deve basare minimamente sulle presunte poche qualità SEO ma sulla sua facilità d’uso, velocità e customizzazione.

Il tempo trascorso sul sito aumenta il posizionamento

Altra assurda credenza spesso sulla bocca di novelli SEO. Il tempo trascorso è un indice di web analytics per monitorare quanto è interessante il proprio sito web e quanto le pagine vengano lette e navigate.
Essendo questo un valore facilmente alterabile da chiunque, per esempio dicendo ad amici e parenti di visitare il sito e passare qualche minuto nel navigarlo ogni giorno, si intuisce come Google non possa tenerlo in considerazione come un indice di posizionamento valido. Oltremodo sarebbe semplice creare dei bot che navigano il sito a scadenze al fine di alterarne positivamente il posizionamento. Non sottovalutate mai Google, non è stupida, fareste un grosso errore.

Conclusioni

Grazie ad alcune bugie, o falsi consigli, siamo riusciti a far luce su un argomento sempre attuale ed in costante evoluzione. Essendo un argomento tecnico, molti improvvisati SEO ritengono di conoscere a fondo certi argomenti che invece necessitano sia di molta esperienza sul campo, sia di molto studio dal lato tecnico e che, per pigrizia, giustificano la loro incompetenza con falsi miti sentiti dire.

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