Il metaverso non fa così schifo come crediamo

Oggettivamente il metaverso fa schifo.
Si, perché se provate ad entrarci vedrete dei territori dal costo spropositato, bruttamente arredati, con poche centinaia di persone attive e dalla grafica che ricorda si e no un videogioco del Nintendo 64… di quelli con voto 4/10.

Non è questo che la gente si aspetta dopo aver visto il film Ready Player One del 2018 (Steven Spielberg alla regia) e che descrive ampiamente il senso di metaverso a cui si dovrebbe arrivare, che piaccia o meno.
Oggi la situazione è drasticamente questa, c’è poco da dire.

In questo post vorrei però elencare quali sono gli approcci al metaverso di oggi che possiamo provare a salvare.

E’ uno strumento web 3 per fare marketing 2.0

Non necessariamente quello che è nel metaverso deve rimanere nel metaverso, anzi.

Allo stato attuale è possibile usare il metaverso come contenitore, o strumento, per attività di marketing che non necessariamente rimango nel web3. Basti pensare che tutto quello che viene fatto in un ambiente digitale può essere costruito, confezionato e successivamente distribuito esternamente da quell’ambiente.

Si pensi alla campagna di lancio della nuova birra Heineken Silver (marzo 2022), una birra senza calorie, senza alcool e senza… birra. Ovviamente una campagna irriverente per prendersi in giro (…e forse prendere in giro?) ma che ha fatto parlare di se con le classiche regole del marketing 2.0. Abilmente presentata in Decentraland, il metaverso ha fatto da studio di registrazione e luogo dell’evento in una veste grafica inusuale ma sicuramente sulla bocca di tutti.

Dunque cerchiamo di non pensare il metaverso come uno ambiente chiuso, ad appannaggio di pochi, circoscritto e poco invitante ma proviamo anche a pensarlo come ambiente per sviluppare contenuti utili per le classiche operazioni di marketing che, volenti o nolenti, dovremo continuare a fare.

La presentazione della birra Heineken Silver in Decentraland

Gli strumenti sono democratici (SPOILER: la differenza è nella creatività)

Attualmente i metaversi sono quelli che sono e pressoché tutti con le stesse caratteristiche (mi riferisco a quelli principali, non a software di videoconferenze o rooms condivise venduti come metaversi). Interazione con l’ambiente limitata, grafica ridotta ai minimi termini, animazioni strutturate inesistenti e quant’altro rendono brutti questi spazi digitali. E’ una sorta di democrazia, perché attualmente TUTTI i brand (o chiunque) vengono rappresentati in questi termini ed investire di più non li rappresenta meglio degli altri. E’ come se fosse un “fermi tutti e palla al centro”.

In un contesto simile quindi quello che fa la differenza è la creatività e, in particolar modo, come vengono usati strumenti e concetti di tutti per sfruttare la potenzialità del metaverso. Si pensi ad esempio al progetto lanciato a marzo 2022 di Gucci dove si è pensato di aprire una sartoria digitale in The Sandbox che implementa i concetti di NFT, crypto valute, arte digitale, digital clothing e avatar personalizzati coinvolgendo gli utenti dalla fase di pre-lancio fino alla realizzazione di capi dedicati (qui un approfondimento).

E’ un ambiente 3D approcciabile da sviluppatori e creatori di contenuti senza skill 3D

Come disse Mark Zuckerberg qualche mese fa nel presentare Meta, il metaverso ha bisogno di creatori di contenuti per essere sviluppato altrimenti si riduce ad essere uno spazio vuoto. L’obiettivo è quindi quello di dare strumenti facili e performanti a tutti coloro che vogliono sperimentare. Per questo motivo nascono e si sviluppano modalità sempre più accessibili: si pensi al Builder di Decentraland oppure la sua stessa SDK. Due modi completamente diversi di creare contenuti ma con lo stesso obiettivo: il primo attraverso un editor che più facile non c’è, il secondo un framework per sviluppatori facilmente comprensibile anche senza conoscenze di 3D profonde.

L’obiettivo è dunque quello che far nascere e crescere skills dedicate a questi mondi così da introdurre sul mercato la domanda, l’offerta e la competizione (tra i creatori e i metaversi stessi).

Il Builder di Decentraland

Conclusioni

Per questa volta cerchiamo di essere innovatori e di vederci della vera innovazione.
Come tale deve però essere vista come un punto di partenza non di arrivo.

Il metaverso che vediamo oggi non è il metaverso del futuro, è come se stessimo giudicando la ruota dei nostri antenati preistorici ma non la Tesla su cui verrà montata secoli dopo.

Essere detrattori non porta innovazione e non porta al futuro a cui tutti accederemo. Proviamo a guardare al metaverso attuale come qualcosa da sfruttare ora e per come è, ma anche da studiare ed evolvere per come sarà.

Il mio consiglio finale?
Fatevi un giro in Decentraland, non serve nemmeno un account (pulsante “Play As Guest” in homepage).

https://www.desdinova.it
Aiuto aziende e professionisti che hanno bisogno di sviluppare in modo creativo, alternativo ed efficace la loro identità digitale e che desiderano ottenere visibilità e risultati concreti attraverso lo sviluppo di strumenti online dall'elevata innovazione e personalizzazione (3D, Realtà Virtuale, Realtà Aumentata, Advergame, etc)
Daniele Ferla
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