Intervista a Chiara Casablanca, copywriter e consulente marketing

Senza alcun dubbio ritengo che le esperienze degli addetti ai lavori siano un ottimo strumento per farsi un’idea di quanto essere “imprenditori di se stessi” non significhi necessariamente solo tempo e fatica ma anche soddisfazioni personali e rivincite.
Con questo spirito quindi propongo l’inizio una nuova rubrica di interviste redatte dal sottoscritto e rivolte a professionisti freelance che hanno fatto del web, ma non solo, il loro punto di forza.

Ho il piacere di iniziare la rubrica rivolgendo alcune domande a Chiara Casablanca, copywriter siciliana di talento che si occupa di consulenza in ambito marketing e comunicazione per la promozione di attività aziendali, sociali, educative e di valorizzazione del territorio.

 

1. Ciao Chiara, raccontaci un po’ di te: come hai iniziato la tua attività? Necessità o vocazione innata?
Ciao Daniele, grazie innanzitutto per questo spazio sul tuo blog. Sarò sintetica: dopo la laurea in Scienze Politiche ad indirizzo sociologico ho avuto la possibilità di lavorare subito, ovviamente come dipendente, e ne ho approfittato per “farmi le ossa”. Poi, un po’ per esigenza, visto che ormai è in voga il contratto a progetto, un po’ per vocazione (ho sempre avuto il “pallino” dell’autonomia) ho deciso di avviare la mia attività di freelance per allargare i miei orizzonti, avere la possibilità di collaborare con diverse realtà e dare un po’ più sfogo alla mia creatività.

2. Consultando il tuo sito web e il blog CreativaSolidale, non si può non notare un “sapore” etico e sociale, ci puoi spiegare questa tua passione per la sensibilizzazione alla solidarietà?
Ho fatto parte, sin da piccola, di gruppi di volontariato ed animazione, ho collaborato con l’UNITALSI entrando a contatto con gente splendida, segnata da tante sofferenze, ma solare e combattiva. E ho sempre pensato che dare una mano a chi non ha le tue stesse opportunità fosse doveroso. In più, all’università ho approfondito i miei interessi con varie attività e laboratori e ho deciso di specializzarmi nella comunicazione responsabile a tutti i livelli, passando dall’associazione che deve promuovere progetti e campagne, all’azienda che desidera  proporre prodotti e servizi in modo etico, seguendo le esigenze del consumatore.

3. Cosa significa oggi, in cui gli strumenti informatici sono entrati nella nostra quotidianità, essere una copywriter? In che modo essi influenzano il tuo lavoro?
Indubbiamente oggi hai a disposizione strumenti utilissimi, in poco tempo siamo passati dal notebook al netbook al tablet, che consentono di essere connessi 24 ore su 24 e ovunque. Io sfrutto molto lo smartphone, per controllare la posta elettronica quando sono fuori casa e non posso utilizzare il laptop. Con internet l’attività di copywriter ha trovato nuovi sbocchi, è uscita dai confini cartacei, con la possibilità di realizzare article marketing, piani editoriali e contenuti per siti web, newsletter e landing pages, seo copywriting. Tra l’altro, mi occupo di digital Pr per cui, oltre a partecipare alla realizzazione di un sito a livello editoriale, ad esempio, posso pianificare la promozione sui social network e coordinare una strategia di comunicazione on/offline. In definitiva, oggi un’azienda ha a sua disposizione molte più “vetrine”.

4. Quanto incide essere donna nella ricerca di un lavoro come il tuo? Trovi difficoltà e muri di gomma che credi avresti superato se fossi stata dell’altro sesso?
Fino ad ora essere donna non mi ha dato grossi problemi. Ho avuto più difficoltà a causa dell’età (ho 30 anni): in alcuni casi ti dicono che sei troppo giovane e non hai abbastanza esperienza, in altri che ormai sei “vecchia” e fuori mercato… Questa è una discussione che andrebbe approfondita, ma non è questa la sede!

5. Quali sono gli strumenti di Personal Branding che usi maggiormente e quale valore hanno per la tua professione?
Devo dire la verità: non ho una strategia di Personal Branding molto definita, cioè modifico costantemente in base alle esigenze e con molta naturalezza. Ho creato il sito web personale per avere una vetrina base con cui farmi conoscere. Il blog l’avevo prima del sito e ho pensato di mantenerlo a parte (in futuro posso sempre integrare le due cose): qui cerco di approfondire i temi a me cari, marketing sociale e comunicazione responsabile, modificando continuamente categorie e pagine perché il mio cervello è costantemente work in progress! Inoltre, partecipo attivamente alle discussioni su Twitter (il mio social preferito) e LinkedIn : devo ammettere che sono una fonte insostituibile di spunti e mi hanno permesso di entrare in contatto con molti giovani brillanti e capaci.  Attualmente sto valutando l’iscrizione ad altri servizi, seleziono in base alla loro reale utilità  nel mio caso specifico.

6. Il tuo lavoro di freelance ti porta a collaborare con altri freelance, magari a distanza, che coprono aspetti che non ti riguardano del tutto? Come gestisci l’organizzazione e la comunicazione?
Sì, considera che lavoro quasi esclusivamente a distanza e mi chiedo sempre perché tante agenzie siano ancora così restìe alle collaborazioni con professionisti esterni! Ovviamente non ho competenze infinite, quindi per quanto riguarda grafica e programmazione ho necessariamente bisogno di collaborare con altri. Questo è un bene, allarghi i tuoi contatti, ti confronti e scopri nuove metodologie operative. Inoltre, interagire con persone di altre regioni è divertente: comprendi quanto la distanza sia relativa perché ti ritrovi a discutere anche del più e del meno come se si fosse seduti allo stesso tavolo a bere un caffè! Inizialmente il contatto avviene via e-mail, poi ci si sente al telefono e in seguito si pianifica il lavoro tramite posta elettronica o chat. E’ molto più semplice di ciò che si creda.

7. Hai progetti personali in cantiere che puoi svelarci in anteprima? Quanto occupano del tuo tempo libero?
Ho in mente da diverso tempo un progetto no-profit personale, ma è ancora da sviluppare… quando prenderà forma sarai avvisato! Lavorare in autonomia, in effetti, ti lascia poco tempo libero perché devi costantemente cercare nuovi spunti, nuove risorse, nuovi contatti. E, molto spesso, i giorni più produttivi sono proprio i festivi!

8. Quali sono i software e le applicazioni di cui non potresti fare a meno e perché?
Non potrei fare a meno di Skype, che mi permette di rimanere in contatto con tutti i collaboratori. Per il resto utilizzo quasi esclusivamente Microsoft Office e i suoi strumenti.

9. Il libro che hai attualmente sul comodino?
Attualmente sto leggendo “Cosa tiene accese le stelle. Storie di italiani che non hanno mai smesso di credere nel futuro” di Mario Calabresi. Storie di artisti, scienziati, imprenditori, giornalisti e gente comune che, anche in tempi più difficili di quelli in cui viviamo, hanno saputo mantenere ottimismo e fiducia. Un esempio? La nonna dell’autore che, nel 1955, trovò la sua grande felicità acquistando la prima lavatrice, dopo una vita trascorsa a lavare tutti i panni a mano.

10. Infine, che consiglio o raccomandazione ti senti di dare a tutti coloro che vogliono diventare imprenditori di se stessi?
Innanzitutto bisogna avere un’idea chiara di ciò che s’intende fare. Osservare, leggere, studiare, consultare i blog di professionisti del proprio settore. Scegliere gli strumenti di Personal Branding più funzionali (non è necessario essere presenti su tutti i social network!), partecipare a workshop e seminari. Infine: non scoraggiarsi e perseverare.  La passione per il proprio lavoro farà il resto.

Saluto e ringrazio moltissimo Chiara per aver risposto alla mia intervista, ricordando nuovamente a voi lettori il suo sito web personale (qui), il blog (qui) e l’account Twitter (qui)
Alla prossima intervista!

 

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Daniele Ferla
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