Il mio cuore rimane ancora fuori dall’Apple Store: esperienza di acquisto

Il fatto

Sono ceduto al lato bianco del marketing: ho acquistato un iPad mini.

Inizio in questo modo perchè mai avrei pensato di comprare un prodotto Apple (l’unico fino ad ora mi era stato regalato, un iPod Shuffle prima versione) in quanto li ho sempre ritenuti prodotti altamente costosi rispetto al loro reale valore; non ci sono storie, è la verità se parliamo dei macbook per esempio. Ad ogni modo il mio acquisto è dovuto esclusivamente ad una necessità tecnica di lavoro e non per puro sfizio personale (e/o sadismo) in quanto, da sviluppatore siti internet e web applications ho la necessità testare i layout e le funzionalità anche su questo prodotto che, come sappiamo, molti utenti (e clienti) possiedono.

In questo post vorrei scrivere alcune riflessioni sull’esperienza di acquisto nell’Apple Store della mia zona (e credo sia così in ogni punto vendita della mela).

 

Il momento

Sapevo già di doverlo acquistare, avevo già deciso il modello, il colore e le caratteristiche quindi, ben deciso, mi dirigo dalla prima Apple Girl che trovo nello Store; con un sorriso da amica mi chiede cosa mi serve e alla mia risposta mi manda da un Apple Boy dietro al bancone adibito alle novità (iPad mini e iPhone 5) che subito preleva dallo scaffale la scatola. Mi chiede se mi servono degli accessori e mi propone la cover; avevo pensato anche a quella e, seppur costosa, rispondo in modo affermativo. Senza spostarsi dalla sua postazione chiama la ragazza di prima che mi accompagna nella scelta di una cover: decido quella rossa in quanto parte del ricavato andrà in beneficienza. Torno dall’Apple Boy del banco novità che mi chiede se voglio altro e come voglio pagare, aggiunge che offrono gratuitamente in 10 minuti la configurazione dell’iPad in fondo al negozio. Giro la testa verso il fondo ma vedo circa 30 persone e una decina di Apple Boy indaffarati al che dico “Ci vorrà un sacco di tempo, non dieci minuti!” ed il ragazzo risponde sicuro “No quei clienti sono li per l’assistenza, tu devi andare verso quel bancone vuoto!”. Tra me e me non ho pututo evitare di pensare “Tutte quelle persone all’assistenza? Significa che i prodotti Apple hanno parecchi problemi”.
Spiego che ho bisogno della fattura e che pagherò con bancomat. A quel punto estrae un iPhone ed inizia a chiedermi gentilmente i dati. Nel frattempo arrivano un altro baldo Apple Boy (anche lui vestito con t-shirt rossa) che si interessa al mio acquisto e mi chiede se quell’iPad è il mio primo prodotto Apple. Alla mia risposta affermativa esordisce con un “Allora ti diamo il benvenuto in Apple!” con la risata di entrambi gli addetti (ed anche la mia… tra i denti). Il discorso fattura diventa un piccolo caso di stato, non so per quale motivo, ma mi dice che me la farà avere dopo la configurazione del gingillo.
Mi chiede la carta Bancomat ed il pagamento avviene senza problemi. Tempestivamente chiama un’altro Apple Boy che mi accompagna ad un tavolo dicendomi di sedermi. Taglia con un coltellino la plastica di copertura e mi consegna la scatola dicendomi “Aprila!”; la mia risposta “Fai pure tu, non c’è problema” lo stizzisce ed esorta “Ci mancherrebbe che ti togliamo anche questo momento”. Sul mio volto compare un punto di domanda seguito da una serie di punti esclamativi ma procedo all’apertura. Di seguito, senza toccare mai il prodotto, il ragazzo mi aiuta nella configurazione spiegandomi le varie fasi. Si destreggia tra me ed un’altra ragazza a fianco che ha invece acquistato un iPhone 5 (in quanto il suo precedente “è morto”). Finita la configurazione chiedo di aiutarmi a montare la cover ma il ragazzo si rifiuta di toccare l’iPad spiegandomi a voce il tutto. Si avvicina quindi la ragazza che mi aveva accolto inizialmente chiedendomi se è tutto apposto e se il prodotto mi piace. A quel punto mi consegna la fattura e la borsa marchiata Apple nel quale mi dice di mettere la scatola richiusa, la scatola della cover e la fattura. Arriva quindi anche il ragazzo del “Benvenuto in Apple” che dice agli altri due che questo è il mio primo prodotto con la conseguente risata dei tre (e la mia… tra i denti sempre più stretti). Saluto la compagnia e dirigendomi verso l’uscita incontro lo sguardo dell’addetto alle novità che mi saluta amichevolmente e mi augura buona giornata.

Riflessioni

E’ indubbio che entrare in un Apple Store è un’esperienza completamente diversa rispetto all’entrare in qualsiasi altro punto vendita. L’accoglienza è amichevole, tempestiva e di sicuro effetto. L’organizzazione sembra essere perfetta (a meno di alcuni intoppi derivati da richieste fuori dallo standard) così come anche la preparazione degli addetti (che ho scherzosamente chiamato Apple Boy e Apple Girl); questo per il lato vendita, per il lato assistenza non ho ancora avuto il piacere/dispiacere di dovermi confrontare.

Quello che però mi ha lasciato perplesso e su cui voglio riflettere è “la filosofia aziendale” che ho percepito al suo interno.
A dispetto di quanto si possa pensare per un negozio comune, il centro dell’attenzione non è rivolto verso il cliente (cosa normale) ma è rivolto perlopiù verso il prodotto, verso qualsiasi gingillo elettronico presente in quello spazio. Vi è una sorta di devozione nei confronti degli strumenti Apple, siano essi iPad, iPhone, Macbook e via dicendo. Ho percepito questo dall’atteggiamento con cui i prodotti venivano maneggiati, dalle parole degli addetti (ricordate la domanda sul primo prodotto?) e dal rapporto che tenevano con essi (il ragazzo che mi ha aiutato a configurare ha fatto scartare a me il prodotto, così come accenderlo, configurarlo e riporto nella scatola al termine, senza toccare mai l’iPad).
Inoltre ho notato una certa “devozione” degli addetti al mondo Apple, come se ne fossero stregati, ammaliati, rapiti… come se fossero tutti utilizzatori entusiasi dei prodotti Apple, consapevoli o inconsapevoli. Lo stesso viene accentuato dai clienti presenti che perlopiù, a differenza mia, sono nello Store perchè affascinati da quel mondo che a livello di marketing si sta facendo beffe di loro: è forse questo quando Apple si riferisce al termine “siamo una grande famiglia”?

Think different: io ci ho provato, ma fatelo anche voi amici della Apple!

Ipad mini 16GB nero

Potente, elegante e perfettamente costruito (sia hardware che software). Impossibile non restarne affascinati. Ora è troppo presto per farne un commento più esaustivo, non mancherà un post a riguardo.

Note

Questo post è stato scritto da iPad

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Aiuto aziende e professionisti che hanno bisogno di sviluppare in modo creativo, alternativo ed efficace la loro identità digitale e che desiderano ottenere visibilità e risultati concreti attraverso lo sviluppo di strumenti online dall'elevata innovazione e personalizzazione (3D, Realtà Virtuale, Realtà Aumentata, Advergame, etc)
Daniele Ferla
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